Lettere da Iwo Jima
Il film di oggi è: Lettere da Iwo Jima
Questa sera, su Warner Tv (canale 37) ore 21:30, Il Morandini consiglia:
Lettere da Iwo Jima
Letters from Iwo Jima
Letters from Iwo Jima
Stati Uniti, 2006
Guerra, 140′
Guerra, 140′
REGIA: Clint Eastwood
ATTORI: Ken Watanabe, Kazunari Ninomiya, Tsuhoshi Ihara, Ryo Kase, Shido Nakamura, Hiroshi Watanabe, Takumi Bando
Pur sulla stessa linea di un accorato umanesimo antibellicista, è, più di Flags of our Fathers, impostato sul versante privato, non su quello dell’azione. È meno dialettico e polemico, ma più compatto e dolente. La sceneggiatura del nippo-americano Iris Yamashita (con Paul Haggis) attinge all’antologia Picture Letters from Commander in Chief di Tadamichi Kuribayashi e ad altre lettere di soldati, mai spedite e seppellite in una grotta: il passaggio da “bandiere” a “lettere” è una dichiarazione d’intenti. Non è un film antibellico in senso politico: a Eastwood, come sempre, sta a cuore la dignità di ogni essere umano e di ogni cultura. All’innaturalità della guerra, focolaio di morte, si contrappongono i valori della vita. “Sono le donne, le madri, i figli e la madrepatria… il vero controcampo di Letters” (G. Imperatore). Non si adotta soltanto il punto di vista del nemico perdente, ma, per la prima volta nella storia del cinema, si sceglie come padre un uomo di potere, il generale Kuribayashi (K. Watanabe) che imposta la strategia difensiva dell’isola (18 miglia di tunnel scavati nella roccia vulcanica). Dopo avergli più volte salvato la vita, gli diventa figlio acquisito ed erede il panettiere Saigo (Ninomiya), spinto dal suo caparbio desiderio di sopravvivere. È un film notturno, calato nell’oscurità che la fotografia di Tom Stern, denaturata sino al bianconero, rende in modo funzionale. Non scardina i valori di patriottismo e di coraggio nei combattimenti: li mette in discussione così come rovescia la prospettiva del mitico “sogno americano” – in Flags analizzato, criticato, smontato – attraverso Kuribayashi e il colonnello Nishi (Ihara), entrambi suicidi che diventano personaggi tragici nelle loro contraddizioni. La regia di Eastwood è una discesa nel ventre di Iwo Jima: nelle sue cavità uterine i giapponesi si confrontano con la parte più fragile e tormentata di sé stessi. Sono, come i pochi soldati USA che s’intravedono, dead men walking.
AUTORE LETTERARIO: Tadamichi Kuribayashi
CRITICA: 4 PUBBLICO: 3
VISIONE CONSIGLIATA: Suggeriamo la visione ai minori in compagnia di un genitore o di un adulto
VISIONE CONSIGLIATA: Suggeriamo la visione ai minori in compagnia di un genitore o di un adulto