Miracolo a Le Havre
Il film di oggi è: Miracolo a Le Havre
Il MorandiniMiracolo a Le HavreLe HavreFin.–Fr.–Germ. 2011GENERE: Fiab. DURATA: 93′ VISIONE CONSIGLIATA: TCRITICA: 4 PUBBLICO: 3REGIA: Aki KaurismäkiATTORI: André Wilms, Kati Outinen, Jean-Pierre Darroussin, Jean-Pierre Léaud, Pierre Étaix, Roberto Piazza
A Le Havre, 1° porto francese per il traffico di container, non lontano da Calais, Marcel Marx fa il lustrascarpe e ha per moglie l’affettuosa Arletty. Due fatti gli cambiano la vita: lei si ammala gravemente, lui incontra e aiuta un ragazzino africano clandestino, ricercato dalla polizia. Dopo Vita da bohème (1992), è il 2° film del finnico Kaurismäki girato in Francia, con Wilms protagonista. In concorso a Cannes 2011 seduce il pubblico e incanta i critici. Con la cinepresa ancorata a terra, ci sono lustrascarpe innamorati, bottegai dal cuore d’oro, poliziotti di buon senso. Percorre la strada maestra degli affetti (senza effetti), più fatti e meno parole. Una fiaba? Forse. Coniuga facilità con felicità. E non c’è una virgola, un colore, un gesto, un’inquadratura, una parola che non sia dove dovrebbe essere. Sposa Chaplin a De Sica, Tati a Bresson, Pagnol a Dreyer. Film terapeutico in cui sottrarre non significa semplificare. I dettagli ne fanno un’opera etica e politica. Dopo un’improbabile lieta fine dietro l’altra, quell’immagine di un ciliegio in fiore rimanda a Ozu. Forse è il film più necessario mai fatto dal 54enne Kaurismäki. Gli spettatori cinefili hanno un bel lavoro per identificare le citazioni.