Questa sera, su Iris ore 21:10, il Morandini vi consiglia: Mystic River


Mystic RiverMystic RiverUSA 2003GENERE: Dramm. DURATA: 137′ VISIONE CONSIGLIATA: TCRITICA: 4 PUBBLICO: 3REGIA: Clint EastwoodATTORI: Sean Penn, Tim Robbins, Kevin Bacon, Laurence Fishburne, Marcia Gay Harden, Laura Linney, Kevin Chapman
Scritto da Brian Helgeland dal romanzo La morte non dimentica del bostoniano Dennis Lehane. Eastwood continua il suo discorso sul lato oscuro della società USA con quella che definisce una “tragedia americana”, ambientata in un quartiere operaio di Boston. 25 anni dopo la violenza sessuale inflitta da due pedofili a un ragazzino, avviene un'altra, più sanguinosa violenza che, in modo diverso, coinvolge due dei suoi coetanei di allora, scopre le conseguenze innescate dalla prima e si conclude con un terzo e ancor più tragico evento. Sangue chiama sangue in un intreccio di elisabettiana crudeltà con un finale in sospeso che rifiuta ogni catarsi, come indica, ai limiti dell'irrisione, la parata conclusiva del Columbus Day. Cupo in tutti i sensi, anche nella fotografia di Tom Stern. I suoi temi – perdita dell'innocenza, supremazia maschile con coazione alla violenza, impossibilità di liberarsi del passato – non comprendono il dominio del fato e della necessità, come nella tragedia greca, ma l'indecidibilità della presenza di un dio. È, insomma, un film laico: più che la disperazione, sottolinea un dolore che diventa strumento di conoscenza dell'umana fragilità. Pur con l'apporto dell'amico Lennie Niehaus, Eastwood, esperto musicofilo e pianista, è l'autore delle musiche. Oscar per Penn, attore protagonista, e Robbins, non protagonista. Non protagonista?
AUTORE LETTERARIO: Dennis Lehane


Questa sera, su Sky Cinema Passion ore 21:00, il Morandini vi consiglia: Erin Brockovich – Forte come la verità


Erin Brockovich – Forte come la veritàErin BrockovichUSA 2000GENERE: Comm. DURATA: 130′ VISIONE CONSIGLIATA: TCRITICA: 2,5 PUBBLICO: 5REGIA: Steven SoderberghATTORI: Julia Roberts, Albert Finney, Aaron Eckhart, Peter Coyote
Storia vera di una madre trentenne di tre figliolini, nubile dopo due divorzi, che, segretaria precaria di uno studio legale a Los Angeles – spinta da curiosità, intraprendenza e senso della giustizia – indaga sulla Pacific and Gas Company che ha contaminato le falde acquifere di una cittadina californiana, provocando tumori ai residenti. Sostenuta dal suo principale, vince la battaglia legale, ottenendo per i 260 querelanti indennizzi per 330 milioni di dollari (e un assegno di 2 milioni per sé). Pur essendo un finto film di denuncia (cautela+furbizia), la commedia, scritta da Susannah Grant, è un agile, spiritoso, pimpante veicolo al servizio di una Roberts (premiata con l'Oscar) sgallettata in gran forma che non demerita i 20 milioni di dollari di salario, come campionessa mondiale della stagione 1999-2000 con 3 film di grande successo. I meriti vanno suddivisi anche tra l'istrionismo ben temperato di Finney e il costumista Jeffrey Kurland (minigonne mozzafiato, gilet di pelle, wonderbra per tette usate come arma impropria, tacchi vertiginosi, tutto poco chic e molto Kitsch), senza trascurare Eckhart nella parte di un moderno principe azzurro come ogni donna sogna di trovare. La vera Erin Brockovich appare in veste di cameriera.