juif
La parola di oggi è: juif
juif /ʒɥif/
A s. m. [f. juive /ʒɥiv/ ]1 ebreo, giudeo: le Juif errant, l’ebreo errante2 (fig., spreg.) ebreo, usuraio
B agg.ebraico, giudaico: le peuple juif, il popolo ebraico.
NOTE DI CULTURA: Le Réflexions sur la question juive (1946) (trad. it.: Riflessioni sulla questione ebraica) di Jean-Paul Sartre (1905-1980) hanno ricevuto molte critiche, ma restano importanti, perché contengono un’acuta analisi dei meccanismi sociali di formazione dell’antisemitismo, cioè sui procedimenti profondi di identificazione e differenziazione dall’“altro”. In altre parole, Sartre ha semplicemente dimostrato che la questione giudaica non riguarda l’ebreo, ma l’antisemita. Lo si coglie anche nel film Laissez-passer (2002) di Bertrand Tavernier, in cui è rievocato l’episodio scabroso della “collaborazione” (► collaborationnisme) dei cineasti francesi con i nazisti, che a Parigi si erano subito impadroniti delle strutture produttive del cinema, secondo una linea ispirata da Joseph Goebbels.