La parola di oggi è: districare

Sillabazione: di–stri–cà–re
districàre / distriˈkare/ o (raro) distrigàre
[comp. di dis- (1) e del lat. tricāri ‘far difficoltà, creare imbarazzi’, dal pl. trīcae ‘noie, imbarazzi’, di orig. sconosciuta 1308]
A v. tr. (io distrìco, (evit.) dìstrico, tu distrìchi, (evit.) dìstrichi)
1 sbrogliare ciò che è intricato, avviluppato e sim.: districare un groviglio di funi
2 (fig.) chiarire e risolvere ciò che è confuso, ingarbugliato e sim.: districare una questione, un problema, una situazione complicata
B districàrsi v. rifl.
1 tirarsi fuori da qlco. di intricato: riuscì a fatica a districarsi dalle spine
2 (fig.) cavarsela: districarsi da una situazione difficile, da un impiccio
 SFUMATURE
districarsi – disimpegnarsi – cavarsela
L'azione del districarsi esprime l'idea di venir fuori da una situazione confusa, intricata o perché la si è risolta o perché ci se n'è liberati dopo esservi rimasti implicati. In questo secondo significato corrisponde pressappoco a disimpegnarsi, che esprime un analogo concetto facendo riferimento all'impegno a cui ci si è sottratti. Cavarsela è termine corrente per indicare l'uscire senza o con pochi danni da una situazione difficile, rischiosa; il suo significato coincide dunque approssimativamente con il primo qui definito di districarsi.