disumano / inumano
La parola di oggi è: disumano / inumano
diṣumàno 🔊 / dizuˈmano /
[ comp. di dis- 1 e umano ☼ sec. XIII ]
agg.
❖ privo di umanità, indegno dell’essere umano: atti di crudeltà disumana
❖ che non sembra umano: grido disumano
❖ che supera la capacità di sopportazione dell’essere umano: dolore disumano; malattia disumana
Sin. atroce
● diṣumanaménte, avv.
Disumano si dice di chi è privo di umanità, ed è perciò indifferente alle conseguenze anche terribili che il suo agire provoca agli altri. Impietoso definisce l’atto o la persona che manca di pietà, che è una disposizione meno grave dell’assenza di umanità. Con insensibile si pone l’accento sulla mancanza di sensibilità, cioè sull’indifferenza nei confronti delle sofferenze altrui.
inumàno 🔊 / inuˈmano /
[ vc. dotta, lat. inhumānu(m), comp. di in- 3 e humānus ‘umano’ ☼ 1308 ]
agg.
❖ di chi è privo delle caratteristiche e dei sentimenti propri dell’essere umano: carceriere inumano; essere inumano con i deboli
Sin. crudele, spietato
❖ di ciò che dimostra mancanza di umanità, che è caratterizzato da estrema crudeltà: pena, rappresaglia inumana
❖ che è superiore alle forze e alle capacità umane: ha fatto sforzi inumani per riuscire
Sin. disumano
❖ lett. che trascende l’uomo; sovrumano: un duro inumano silenzio (C. Pavese)
● inumanaménte, avv.