fèndere / ˈfɛndere/ o sfèndere
[lat. fĭndere, di orig. indeur. av. 1276]
A v. tr. (pass. rem. io fendètti o fendéi, féssi, tu fendésti; part. pass. fendùto, fésso)
1 spaccare trasversalmente: fendere una pietra, la testa con un colpo | (est., lett.) lacerare | (fig., lett.) fendere il cuore, trafiggerlo dolorosamente | frangere il terreno con l'aratro, lavorare la terra: Chi solca l'acqua e chi la terra fende (G.B. Marino) SIN. aprire, tagliare
2 attraversare quasi aprendosi un varco: fendere le nubi, la nebbia | fendere l'aria, volare | fendere i flutti, le onde, nuotare, navigare | fendere la folla, la calca, passarvi in mezzo con difficoltà
3 dividere, tagliare in due parti
B fèndersi v. intr. pron.
1 screpolarsi, aprirsi, spaccarsi
2 (raro) dividersi
 SFUMATURE
fendere – spaccare – squarciare
Fendere è dividere trasversalmente qualcosa, separandola in due parti con l'ausilio di un arnese tagliente. Anche spaccare descrive il separare qualcosa in due o più parti, ma rispetto a fendere esprime una violenza maggiore dell'azione, che può essere compiuta anche con un oggetto contundente. Squarciare è invece aprire qualcosa con violenza, aprendo in essa grandi squarci, quindi danneggiandola gravemente o distruggendola.


fendènte / fenˈdɛnte/
A part. pres. di fendere
(raro) nei sign. del v.
B s. m.
colpo di sciabola vibrato alla testa, disimpegnando il proprio ferro da quello dell'avversario con un movimento dall'avanti all'indietro | nel linguaggio calcistico, forte tiro in porta