adombràre // o aombràre
[vc. dotta, lat. adumbrāre, comp. di ăd e ŭmbra ‘ombra’ sec. XIII]
A v. tr. (io adómbro)
1 (lett.) Coprire d’ombra, oscurare: Io rividi l’Ilisso, / … gli oleandri / che l’adombrano (G. D’ANNUNZIO) | Adombrare un disegno, ombreggiarne i contorni.
2 (fig.) Esprimere in modo velato, indiretto: spesso la favola adombra il vero.
3 (poet.) Rappresentare, raffigurare: tanto più bella il mio pensier l’adombra (F. PETRARCA).
B v. intr. (aus. essere) e adombràrsi v. intr. pron.
1 Spaventarsi, davanti a un’ombra o per altro motivo, detto di animali, spec. cavalli.
2 (fig.) Turbarsi, rabbuiarsi, detto di persona: l’uomo si adombrò al ricordo | (fig.) Risentirsi, prendersela: si adombra per un nonnulla | (fig.) Insospettirsi: si mise a sorvegliarla … adombrandosi di tutto (L. CAPUANA).