anacolùto //
[vc. dotta, lat. tardo anacolūtho(n), dal gr. anakólouthon, da an- e akólouthos ‘che segue’ 1819]
s. m.
(ling.) Figura retorica che consiste nella quasi sempre consapevole e voluta mancanza o incongruenza di nessi sintattici, allo scopo spec. di rendere la spontaneità del linguaggio parlato; per es. in: Quei che muoiono, bisogna pregar Dio per loro (A. MANZONI).