apoteòṣi //
[vc. dotta, lat. tardo apotheōsi(n), dal gr. apothéōsis, da theós ‘dio’ av. 1573]
s. f. inv.
1 Cerimonia solenne con la quale si deificavano gli eroi defunti e gli imperatori romani ancora viventi.
2 (teatro) Nel teatro greco, trasformazione finale dell’eroe in divinità, ottenuta scenicamente mediante macchinari atti a dare l’impressione del meraviglioso | Nelle coreografie ottocentesche, scena finale, spesso simbolica, caratterizzata da luci e costumi fastosi e dalla presenza contemporanea di tutti gli attori.
3 (fig.) Celebrazione, esaltazione di una persona, di un avvenimento: fare l’apoteosi di qlcu. | Trionfo: apoteosi del Milan | Spettacolo grandioso: questo tramonto è un’apoteosi di colori.
SFUMATURE celebrazione.

celebrazióne //
[vc. dotta, lat. celebratiōne(m), da celebrāre ‘celebrare’ 1324]
s. f.
1 (lett.) Lode, esaltazione pubblica.
2 Solenne festeggiamento di una ricorrenza: la celebrazione della nascita di Dante | Svolgimento di una funzione sacra, di un procedimento e sim.: la celebrazione di un matrimonio, di un processo; assistere alla celebrazione della Messa | (est.) Pubblica solennità: celebrazione nazionale.
 SFUMATURE
celebrazione – esaltazione – apoteosi
Con celebrazione si indica una lode pubblica, effettuata a parole o per iscritto, o anche una commemorazione, cioè il festeggiamento solenne di anniversari, ricorrenze civili o religiose. Un altro termine per definire la celebrazione dei pregi o delle virtù di qualcuno o qualcosa è esaltazione, che include tuttavia una sfumatura di esagerazione, di enfasi ingiustificata. Ancora più enfatica e reboante è l’apoteosi.
SFUMATURE lode.