céro // o (poet.) cèreo (1)
[da cera (1) 1243]
s. m.
1 Grossa candela di cera | Candela votiva | Cero pasquale, benedetto il Sabato Santo e collocato accanto all’altare, si accende nelle funzioni fino all’Ascensione; anche il candelabro, spesso decorato, destinato a sostenerlo | Dritto come un cero, lungo e rigido nei movimenti | Accendere un cero alla Madonna, (fig., fam.) rallegrarsi e ringraziare il cielo per essere uscito indenne da un pericolo, aver evitato un rischio, e sim.
2 Grande e pesante costruzione spec. in legno vagamente simile a una candela o a un candeliere, portata a spalla in processioni religiose.
|| ceròtto, dim.

cèreo (1) //
[vc. dotta, lat. cēreu(m), da cēra ‘cera (1)’ 1475]
A agg.
1 Di cera.
2 Che è pallido come la cera: viso cereo; mani, guance ceree.
3 (fig., lett.) Plasmabile.
B s. m.
cero.
 SFUMATURE
cereo – pallido
Ciò che ha la bianchezza fredda della cera si dice cereo; in riferimento al viso di una persona identifica un colorito smorto, dovuto a malattia, stanchezza, improvvisa emozione. Anche pallido si usa per descrivere un colorito innaturale della pelle, bianco ed esangue; in senso esteso identifica una luce poco intensa, debole o un colore molto chiaro.

cèreo (2) //
[da cereo (1), perché ha la forma di un cero 1986]
s. m.
Genere delle Cactacee comprendente piante perenni, succulente, con fusti carnosi costolati e guarniti di aculei, e fiori notturni (Cereus).