La parola del giorno è: gergo / gergale / slang
♦gèrgo // o (lett.) gergóne
[etim. discussa: fr. jargon, orig. ‘cinguettio degli uccelli’, quindi ‘linguaggio incomprensibile’ (?) ☼ av. 1400]
s. m. (pl. -ghi)
1 (ling.) Linguaggio convenzionale utilizzato da una comunità generalmente marginale che, in determinate condizioni, avverte il bisogno di non essere capita dai non iniziati o di distinguersi dagli altri: gergo della malavita.
2 (est.) Particolare linguaggio comune a una determinata categoria di persone: gergo studentesco, militare.
3 (est.) Linguaggio oscuro e allusivo: parlare in gergo.
SFUMATURE
gergo – parlata
Il termine gergo indica una lingua criptica, convenzionale, utilizzata da una comunità o da un gruppo sociale per non farsi capire o distinguersi dagli altri; in altra accezione indica un particolare linguaggio comune a una determinata categoria di persone. Parlata può essere utilizzato come equivalente di gergo, anche se in senso proprio designa un particolare modo di parlare, caratteristico quanto ad accento, forma e terminologia, cioè un particolare modo di usare una lingua o un dialetto.
♦gergàle //
[1825]
agg.
● Che è proprio del gergo: modo, linguaggio gergale.
|| gergalménte, avv.
slang / zlɛn(ɡ), ingl. slæŋ/
[vc. ingl., propr. ‘gergo’, di etim. incerta ☼ 1927]
s. m. inv.
● Linguaggio gergale di determinate categorie, classi, gruppi di persone, usato in luogo di quello comune perché più espressivo e immediato.