gòffo //
[etim. incerta av. 1449]
A agg.
1 Detto di chi si muove o si comporta in modo impacciato, maldestro e sim.: ragazzo timido e goffo | Rimanere goffo, attonito e beffato | (lett.) Sciocco, inetto: insomma, tu sei goffo insieme e tristo (T. TASSO).
2 Sgraziato, inelegante: maniere goffe; andatura goffa; abito goffo.
|| goffaménte, avv.
B avv.
(raro) Goffamente: vestire goffo.
C s. m.
(tosc.) Primiera | †Combinazione delle quattro carte dello stesso seme al gioco di primiera.
|| gofferèllo, dim. | goffétto, dim. (V.) | goffóne, accr.
SFUMATURE sgraziato.

ṣgraziàto //
[da grazia, con s- 1268]
agg.
1 Privo di grazia, di garbo, di armonia: andatura, persona, voce, sgraziata. CONTR. Aggraziato.
2 †Disgraziato, sfortunato.
|| ṣgraziatàccio, pegg. | ṣgraziatóne, accr.
|| ṣgraziataménte, avv.
1 Senza garbo, grazia.
2 †Per disgrazia.
 SFUMATURE
sgraziato – goffo – rustico
Chi o ciò che è privo di grazia e di armonia, e dunque risulta di aspetto sgradevole o inelegante si definisce sgraziato. Chi è particolarmente sgraziato nel muoversi si dice goffo, termine che aggiunge una sfumatura di impaccio e di imbarazzo e si riferisce per lo più a chi è o si sente inadeguato a svolgere un compito o a gestire una situazione sociale. A una condizione di inadeguatezza sociale si riferisce anche rustico, che in senso figurato connota chi è uso a vivere in solitudine e dunque, più per disabitudine ai contatti che per cattiva educazione, fa mostra di una certa rozzezza di comportamento.