laceràre //
[vc. dotta, lat. lacerāre, di orig. indeur. 1268]
A v. tr. (io làcero)
1 Ridurre a brandelli: le schegge gli lacerarono la carne; lacerare un abito. SIN. Strappare, stracciare.
2 (fig.) Straziare, torturare: un dolore che lacera il cuore; un rumore che lacera i timpani; era lacerato dal rimorso.
B anche laceràrsi v. tr. pron. (aus. essere): pareva allo sventurato di essere costretto a lacerarsi il cuore colle proprie mani (I. NIEVO).
C laceràrsi v. intr. pron.
Strapparsi, squarciarsi: la vela si è lacerata per un colpo di vento.

làcero //
[vc. dotta, lat. lăceru(m), di orig. indeur. av. 1320]
A agg.
1 Strappato o stracciato in più punti o in più pezzi: carni lacere; abito lacero | Ferita lacera, i cui margini sono privi di continuità per strappamento.
2 (est.) Detto di persona che indossa vestiti logori o strappati: un mendicante tutto lacero. SIN. Cencioso.
B s. m.
(raro, tosc.) Consumo, usura dovuti all’uso.

lacero-contùṣo / latʃerokonˈtuzo/
[1891]
agg.
(med.) Ferita lacero-contusa, ferita i cui margini sono privi di continuità, per strappamento e compressione.