mìnio //
[vc. dotta, lat. mĭniu(m), di orig. preindeur. 1303]
s. m. (pl. -i o raro -ii)
1 Ossido salino di piombo, di colore rosso vivo, usato per vernici antiruggine e, mescolato con olio di lino, come materiale di tenuta per giunture di tubi e lastre.
2 (raro, lett.) Belletto, rossetto.
3 †Miniatura.

carmìnio // o (lett.) carmìno
[lat. mediev. carminiu(m), nato prob. dall’incontro tra l’arabo qírmiz ‘colore scarlatto’ (V. alchermes) e il lat. mĭnium ‘minio’ 1754]
A s. m.
1 Sostanza rossa, estratta dalla cocciniglia, costituita essenzialmente di acido carminico, usata nella fabbricazione di colori per pittura, cosmetici, dolci e sim. | Carminio di robbia, estratto dalla robbia | Carminio d’indaco, indigotina.
2 Colore rosso vivo: un fiore sfumato di carminio; labbra di carminio.
B in funzione di agg. inv.
(posposto a un sost.): rosso carminio.

miniàre //
[vc. dotta, lat. miniāre, da mĭnium ‘minio’ av. 1342]
A v. tr. (io mìnio)
1 Trattare con la tecnica della miniatura | Ornare di miniature.
2 (est.) Ornare, scrivere o descrivere qlco. in modo esatto e con grazia: miniare un paesaggio, la figura del protagonista.
3 (fig.) Realizzare o eseguire qlco. con estrema precisione e minuzia: il primattore ha miniato il suo personaggio. SIN. Cesellare.
B miniàrsi v. rifl.
(raro) Imbellettarsi.