obliàre // o (lett.) obbliàre, ubbliàre
[ant. fr. oblier, dal lat. parl. *oblitāre, da oblītus, part. pass. di oblivīsci ‘dimenticare’, comp. di ŏb- rafforz. e *līvere ‘cancellare’, di orig. indeur. av. 1250]
A v. tr. (io oblìo)
(lett.) Dimenticare: e sì l’umilia, ch’ogni offesa oblia (DANTE).
B obliàrsi v. rifl.
(lett.) Dimenticare sé stessi | Obliarsi in qlcu., abbandonarglisi col pensiero, pensare solo a lui.

oblìo // o (lett.) obblìo
[da obliare col suff. -io (1) av. 1250]
s. m. (pl. -ii)
(lett.) Totale dimenticanza: un dolce oblio che cancelli le tristi memorie; involve / tutte cose l’obblio nella sua notte (U. FOSCOLO) | Cadere nell’oblio, essere dimenticato | Mettere, porre nell’oblio, dimenticare o far dimenticare | Sepolto nell’oblio, non più ricordato | Sottrarre all’oblio, richiamare alla memoria | Il fiume dell’oblio, il Lete, le cui acque cancellavano ogni ricordo in chi vi si immergeva.