oltràggio //
[ant. fr. oltrage, da oltre ‘oltre, al di là (del lecito)’ av. 1250]
s. m.
1 Offesa o ingiuria molto grave arrecata all’onore o alla dignità di qlcu. con le parole o con gli atti: fare, recare oltraggio; subire, ricevere un oltraggio; vendicare l’oltraggio subito; vendicarsi di un oltraggio; queste parole sono un oltraggio al nostro buon nome | (est.) Ciò che è del tutto contrario a un principio, una regola e sim.: quello che dici è un oltraggio al buon senso | (est.) Danno: gli oltraggi del tempo.
2 (dir.) Reato di chi offende l’onore o il prestigio di un corpo politico, amministrativo o giudiziario, di una pubblica autorità costituita in collegio o di un magistrato in udienza.
3 †Ciò che oltrepassa i limiti del lecito o della norma | Ciò che va al di là delle capacità umane di comprensione: e cede la memoria a tanto oltraggio (DANTE Par. XXXIII, 57).

oltraggióso // (o -ṣ-)
[ant. fr. oltrageux, da oltrage ‘oltraggio’ 1287]
agg.
1 Che costituisce oltraggio: parole oltraggiose; comportamento oltraggioso; quelle redarguizioni in pubblico erano veramente oltraggiose (I. SVEVO). SIN. Ingiurioso, insolente, offensivo.
2 †Eccessivo, esagerato.
|| oltraggiosaménte, avv.
1 In modo oltraggioso.
2 †Passando i limiti.

oltraggiàre //
[da oltraggio av. 1328]
v. tr. (pres. io oltràggio; fut. io oltraggerò)
Offendere con oltraggi: oltraggiare l’onore di qlcu.