ónde // o ùnde
[lat. ŭnde ‘da dove’, da avvicinare a ĭnde ‘indi’ av. 1250]
A avv.
1 (lett.) Da dove, da quale luogo (in prop. interr., dirette e indirette): onde arrivate?; nessuno sa onde venissero | (est.) Da chi, da quale fonte: onde l’avete appreso?; onde gli viene tanta sicurezza? | Perché, come mai: ond’è ‘l pianto e lamento (F. PETRARCA).
2 (lett.) Dal quale, da cui, nel luogo da cui (con valore rel.): c’è un’altura onde si ammira uno splendido panorama; ritornate là onde siete venuti | Attraverso cui, per dove: rivedo i luoghi onde siamo passati | Onde che sia, da qualunque luogo | (lett.) †Per onde, attraverso cui.
3 (lett.) Dalla qual cosa, da cui (con valore causale per indicare una conseguenza): onde si deduce quanto fosse infelice | Avere onde, averne ben onde, averne ben d’onde, (ellitt.) buone e fondate ragioni: Or ti fa lieta, ché tu hai ben onde (DANTE Purg. VI, 136); Tu tremi (il Dio mi dice) e n’hai ben d’onde (V. ALFIERI).
4 (poet.) Di cui, da cui, con cui, per cui (con valore rel.): sospiri ond’io nutriva il core (F. PETRARCA); le cose onde gioiamo sono poche; i molti mali onde siamo afflitti non sono incurabili.
B cong.
1 (lett. o burocr.) Affinché, perché (introduce una prop. finale con il v. al congtv. o con il v. all’inf.): te lo ripeto onde tu capisca bene; ho insistito onde tutti si convincessero; attendiamo vostre precise indicazioni onde provvedere alla consegna; Venne a vivere in famiglia, onde esserle maestra (M. D’AZEGLIO).
2 (raro, lett.) Per la qual cosa, sicché, cosicché (con valore conclusivo): onde sovente / di me medesmo meco mi vergogno (F. PETRARCA).

laónde //
[comp. di e onde sec. XII]
cong.
(lett.) Per la qual cosa, quindi (con valore conclusivo): laonde egli scampa dalle forche (G. BOCCACCIO) | Anche scherz.: laonde per cui vi saluto.