parassitìṣmo //
[comp. di parassita e -ismo 1865]
s. m.
1 (biol.) Simbiosi tra un parassita e il suo ospite.
2 (fig.) Tendenza a vivere da parassita in seno alla società | (fig.) Condizione di gruppo sociale o ente improduttivo.

parassìta // o parasìto, parassìto
[vc. dotta, lat. parasītu(m), dal gr. parásitos, propr. ‘commensale’, comp. di pará ‘presso’ (V. para-) e sîtos ‘cibo’ (V. sito-) av. 1494]
A agg. (pl. m. -i)
1 (biol.) Detto di organismo animale o vegetale che vive utilizzando materiale organico di un altro essere vivente e causando danno a quest’ultimo: pianta parassita.
2 (fig.) Che non produce, non è utile ma anzi sfrutta il lavoro o l’attività altrui: ente parassita.
3 (fis.) Detto di fenomeno che perturba una trasmissione radio, telefonica e sim. | Corrente parassita, quella che nasce in un materiale conduttore a causa delle variazioni di un flusso magnetico che investe tale materiale.
4 (ling.) Detto di elemento non etimologico inserito in una parola o in una frase.
B s. m. (anche f. nel sign. 2)
1 (biol.) Ogni organismo parassita, animale o vegetale | Parassita permanente, obbligato, che non può vivere separato dall’ospite | Parassita temporaneo, che, in una fase del proprio ciclo vitale, conduce vita libera.
2 (fig.) Chi vive sfruttando il lavoro e la fatica altrui: mi sono finalmente liberato di quel parassita; si ha da fuggir … di rassomigliarsi ai buffoni e parassiti (B. CASTIGLIONE).
|| parassitàccio, pegg.

inquilinìṣmo //
[da inquilino e -ismo 1917]
s. m.
(biol.) Forma di simbiosi caratterizzata dal fatto che individui di specie diversa occupano spazio in comune.