pània //
[lat. pāgina(m) ‘pergolato’, da păngere ‘ficcare, fissare’, di orig. indeur. (?) av. 1320]
s. f.
1 Sostanza vischiosa estratta dalle bacche del vischio quercino e usata per catturare piccoli uccelli.
2 (est.) Qualunque sostanza appiccicosa.
3 (fig., lett.) Lusinga, inganno, trappola: cadere nella pania; chi mette il piè su l’amorosa pania, / cerchi ritrarlo, e non v’inveschi l’ale (L. ARIOSTO).
|| panióne, accr. m. (V.).

panióne //
[av. 1543]
s. m.
1 Accr. di pania.
2 Antico strumento da caccia costituito da un grosso bastone impaniato o invischiato, usato per prendere uccelli.

vìschio // o véschio, vésco, vìsco
[lat. parl. *vĭsculu(m), dim. di vĭscum ‘vischio’, di orig. preindeur. 1250 ca.]
s. m.
1 Lorantacea sempreverde parassita di diversi alberi, con foglie coriacee e frutti a bacca bianchi, globosi e appiccicaticci (Viscum album) | Vischio quercino, parassita delle querce, si usa per preparare la pania (Loranthus europaeus). ILL. piante/3.
2 Sostanza vischiosa e attaccaticcia, ricavata dalle bacche di vischio quercino o prodotta artificialmente, usata per catturare uccelli. SIN. Pania.
3 (fig., lett.) Ciò che lega, trattiene, impedisce e sim., spec. sentimento amoroso che lega l’uomo alla donna: Rinaldo vide Ulivier preso al vischio / un’altra volta e già tutto impaniato (L. PULCI).
4 (fig., lett.) Inganno, adulazione, lusinga.