ródere / ˈrodere/
[lat. rōdere, di orig. onomat. av. 1292]
A v. tr. (pres. io ródo; pass. rem. io rósi, tu rodésti; part. pass. róso)
1 Tritare, sgretolare, rosicchiare con i denti: rodere un osso | Consumare progressivamente in modo analogo, detto di certi insetti: il tarlo rode il legno; tutti que’ bruchi, che negli orti rodono la verdura (F. Redi) | (fig., lett.) rodere il freno, reprimere l’impazienza, lo sdegno, ecc.
2 Logorare, consumare, distruggere a poco a poco (anche fig.): lo scoglio rode le gomene; rodere il ferro con la lima; il fèr torrente … / superbo … le contrarie ripe rode (L. de’ Medici); essere roso dal rimorso | Corrodere, erodere: un acido che rode; l’acqua rode le rocce | Guastare, rovinare, detto di malattie o altro: la piaga gli rode la pelle.
3 (fig.) Causare rabbia, irritazione, tormento: lo rodeva la gelosia; ho qui qualche cosa che m’opprime, che mi rode (A. Manzoni).
4 (lett. o scherz.) Mangiare: cosa mi dai da rodere?
B v. intr. (aus. avere)
(fig., colloq.) Provocare rabbia, dispiacere, risentimento: gli rode non essere stato invitato.
C ródersi v. tr. pron. (aus. essere)
Rosicchiarsi: rodersi le unghie | (fig.) rodersi il fegato, la bile, logorarsi per la rabbia o il rancore.
D ródersi v. rifl.
(fig.) Consumarsi, tormentarsi, affliggersi: rodersi di rabbia, dalla bile, per una passione non corrisposta. SIN. consumarsi, struggersi.
E ródersi v. rifl. recipr.
(lett., fig.) Combattersi, odiarsi: rodersi l’un l’altro.


rodènte / roˈdɛnte/
part. pres. di rodere; anche agg.
Nei sign. del v. | (fig., lett.) Assillante: Un altro sentimento era, duro rodente indefinibile (L. Pirandello).