rùvido //
[lat. parl. *rūgidu(m), da rūga 1313]
agg.
1 Scabro, non liscio, non levigato: ruvido al tatto; corteccia, pietra ruvida | Grezzo: panno ruvido | Rugoso, screpolato: pelle ruvida; Mi sentii sotto la mano il suo collo freddo e ruvido (C. PAVESE) | †Gelido: acque ruvide.
2 (enol.) Di vino che si presenta piuttosto aspro al palato nella degustazione (caratteristica positiva solo in un vino giovane). CONTR. Morbido, vellutato.
3 (fig.) Di maniere brusche, di carattere scontroso, detto di persona: uomo ruvido nel parlare | (fig.) Che ha un tono duro, aspro: rispose una voce ruvida e grossa (R. BACCHELLI).
4 (fig., lett.) Rozzo, non ben rifinito, detto di lavori, opere letterarie, e sim.
|| ruvidàccio, pegg. | ruvidétto, dim.
|| ruvidaménte, avv.
1 (raro) Grossolanamente: forma ruvidamente sbozzata (I. SVEVO); †In modo gelido, pungente.
2 (fig.) Aspramente, scortesemente.

ruvidità //
[da ruvido av. 1565]
s. f. inv.
(lett.) Scabrosità | (fig.) Rozzezza.

ruvidézza //
[sec. XIV]
s. f.
1 Caratteristica di ciò che è ruvido: la ruvidezza di un panno.
2 (fig.) Asprezza di carattere, scontrosità, modo brusco di comportarsi: ruvidezza di maniere. SIN. Rozzezza.