scàbbia //
[lat. tardo scăbia(m) ‘asperità, rugosità’, per il classico scăbies, da scăbere ‘grattare’, di orig. indeur. 1313]
s. f.
1 (med.) Malattia cutanea pruriginosa causata dalla femmina dell’acaro Sarcoptes scabiei (varietà hominis), che scava cunicoli nella pelle e produce vescicole spec. fra le dita e nelle pieghe cutanee in genere. CFR. Rogna.
2 (est.) †Aridità, secchezza: asciutta scabbia / che mi scolora … la pelle (DANTE Purg. XXIII, 49-50).

scabbióso // (o -ṣo)
[lat. scabiōsu(m) ‘rugoso’, da scăbies ‘scabbia’ av. 1328]
A agg.
1 Che è affetto da scabbia.
2 †Ruvido, scabroso.
B s. m. (f. -a)
Chi è affetto da scabbia.

scàbro //
[lat. scăbru(m) ‘scabroso, ruvido’, connesso con scăbere ‘grattare’, di orig. indeur. V. scabbia av. 1320]
A agg.
1 Ruvido, aspro al tatto, non liscio: superficie scabra.
2 (lett., fig.) Pietroso, brullo, detto di terreno: Su per i greppi delle scabre montagne (L. PIRANDELLO).
3 (fig.) Conciso, essenziale, privo di ornamenti: stile scabro; prosa scabra.
|| scabraménte, avv.
B s. m.
(raro) Scabrezza.

scabróso // (o -ṣo)
[lat. tardo scabrōsu(m), da scăber, genit. scăbri ‘ruvido’ av. 1320]
agg.
1 Scabro, non liscio né piano: ramo scabroso.
2 (est., raro) Difficile, malagevole: percorso scabroso; sentiero scabroso.
3 (fig.) Non facile da intendere, risolvere e sim.: problema scabroso; gli scabrosi princìpi della grammatica (G. VASARI) | Non facile né semplice da trattare per la materia delicata che coinvolge o per la possibilità di turbare la sensibilità, l’innocenza, il pudore altrui: affare scabroso; dallo spettacolo fu tagliata una scena molto scabrosa; bisogna parlare con cautela ai ragazzi di questi argomenti scabrosi.
|| scabrosétto, dim. | scabrosìno, dim.
|| scabrosaménte, avv.