ṣmancerìa //
[dall’ant. smanziere (V.) 1353]
s. f.
(spec. al pl.) Atteggiamento svenevole, lezioso; moina: non sopporto le smancerie; non fare tante smancerie.
SFUMATURE smorfia (1).

ṣvenevolézza //
[av. 1375]
s. f.
1 Condizione di chi (o di ciò che) è svenevole.
2 Atto, comportamento, svenevole.
SFUMATURE smorfia (1).

ṣmòrfia (1) //
[dall’ant. morfia ‘bocca’, con s- e sviluppo semantico gerg. 1583]
s. f.
1 Contrazione del viso, tale da alterarne il normale aspetto, dovuta a sensazioni spiacevoli: una smorfia di dolore; non potersi trattenere dal fare una smorfia | Fare le smorfie, fare le boccacce, spec. per scherno.
2 Atto svenevole, lezioso, affettazione, posa: ragazza tutta smorfie; le tue smorfie non m’incantano.
|| ṣmorfiàccia, pegg. | ṣmorfiétta, dim. | ṣmorfiùccia, dim.
 SFUMATURE
smorfia – smanceria – svenevolezza
Una contrazione innaturale del viso è una smorfia, parola che descrive anche un atteggiamento lezioso, affettato. Smanceria si usa soprattutto al plurale per indicare una serie di complimenti insistiti, di parole dolci dette per compiacere. Svenevolezza identifica il carattere o le azioni di chi si atteggia languidamente, fa lo sdolcinato per attirare l’attenzione altrui.

ṣmòrfia (2) //
[sovrapposizione di smorfia (1) a Morfeo, n. del mitico dio del sonno 1844]
s. f.
(merid.) Manuale usato nel gioco del lotto, contenente il valore numerico da uno a novanta di immagini ricavate da sogni o da altri avvenimenti.