strapàzzo //
[av. 1594]
s. m.
1 (raro) Lo strapazzare la roba.
2 Nella loc. agg. inv. da strapazzo, di poco prezzo, privo di eleganza, ma resistente e da potersi usare senza riguardo: cose, vestito, giacca e sim. da strapazzo; (fig., spreg.) privo di valore: poeta, scrittore, da strapazzo.
3 Eccessivo affaticamento: questo lavoro per lui è uno strapazzo; per lo strapazzo si è ammalato; prendersi un grande strapazzo; rimettersi dallo strapazzo del viaggio; una vita di strapazzi.

strapazzàre //
[da pazzo, con stra- (?) sec. XIV]
A v. tr.
1 Maltrattare: strapazzare i dipendenti, la servitù, gli inferiori.
2 Adoperare senza riguardo, senza cura, sciupare: strapazzare un vestito, i libri | (fig.) Strapazzare un autore, tradurlo o interpretarlo male | Strapazzare una commedia, recitarla male | Strapazzare un mestiere, un’arte, esercitarli male.
3 Affaticare eccessivamente, sottoporre a gravi fatiche: strapazzare i cavalli; quel lavoro lo strapazza | Anche nella forma pron.: strapazzarsi la salute, la vista, gli occhi.
B strapazzàrsi v. rifl.
Sottoporsi a fatiche gravi, eccessive: si strapazza col troppo lavoro.