sublìme //
[vc. dotta, dal lat. sublīme(m), comp. di sŭb- ‘sub-’ e līmus ‘obliquo’, propr. ‘che sale obliquamente’ 1282]
A agg. L’aggettivo ‘sublime’ esprime una qualità al massimo grado e non dovrebbe avere né comparativo né superlativo; tuttavia è talora percepito come aggettivo di grado positivo e la forma ‘più sublime’ è spesso usata: le più sublimi creazioni dell’arte; La noia è in qualche modo il più sublime dei sentimenti umani (G. LEOPARDI). La forma ‘sublimissimo’ è invece rara e letteraria: in forza di umana sublimissima scienza (G. VICO)
1 (lett.) Molto alto, elevato: vette sublimi; l’api amano l’ombra / del sublime cipresso (U. FOSCOLO).
2 (fig.) Illustre, nobile, eccelso: virtù sublimi; musica, poesia sublime; il più sublime lavoro della poesia è alle cose insensate dare senso e passione (G. VICO) | Stile sublime, alto e maestoso | (enfat. o scherz.) Straordinario, eccezionale: un’idea sublime; che cena sublime!
3 (fig.) Eccellente, insigne, sommo: poeta, scrittore, sublime; una donna veramente sublime.
|| sublimeménte, avv.
B s. m. solo sing.
La manifestazione di un fatto estetico o etico nel suo massimo grado, e il conseguente sentimento che si determina in chi lo contempla: innalzare l’animo al sublime; toccare, raggiungere, il sublime; una visione che ha del sublime.