ṣvezzàre //
[calco su avvezzare, con cambio di pref. (s-) 1266]
A v. tr. (io ṣvézzo)
1 (raro) Far perdere l’abitudine, il vizio: svezzare qlcu. dal bere.
2 Far passare un bambino dall’alimentazione a base di latte a un’alimentazione più varia (spec. pappe a base di farinacei, carne e verdura): svezzare un bambino.
B ṣvezzàrsi v. intr. pron.
(raro) Perdere un’abitudine, un vizio: non ero … io che volevo svezzarmi dal fumo (I. SVEVO).

avvezzàre //
[lat. parl. *advitiāre, comp. di a- (2) e vĭtium ‘vizio, difetto’ 1266]
A v. tr. (io avvézzo)
(raro o lett.) Abituare: avvezzare il popolo all’ubbidienza; anche la mia cognata … l’abbiamo avvezzata male (F. TOZZI) | (est.) Educare: avvezzare bene i figli.
B avvezzàrsi v. rifl.
(raro o lett.) Abituarsi: avvezzarsi ai rumori, alle fatiche.