tàbula ràsa // (o -ṣ-)
[loc. lat., propr. ‘tavola (tăbula, di etim. incerta) raschiata (dal part. pass. di rādere, che significava ‘cancellare’, raschiando la cera incisa con scrittura)’ av. 1327]
loc. sost. f. inv. (pl. lat. tabulae rasae)
In Aristotele e poi in altri filosofi, supposta condizione della mente umana anteriore all’acquisizione dei dati del mondo esterno, affine, per analogia, a un foglio bianco sul quale l’esperienza traccerà i suoi segni | Fare tabula rasa, (fig.) eliminare completamente, togliere tutto, cacciare tutti.