vàgo (1) //
[vc. dotta, lat. văgu(m) ‘vagante, instabile, indeterminato’, di etim. incerta av. 1250]
A agg. (pl. m. -ghi)
1 (lett.) Che vaga, che è mobile o instabile e si muove liberamente qua e là: fiume vago; animale vago e randagio; vaghe aurette; fama, fortuna vaga | Fiore vago, in botanica, quello che può nascere in punti diversi del fusto o dei rami.
2 Che è incerto, indefinito, poco chiaro: notizie, sensazioni vaghe; fare un vago accenno a qlco.; discorsi, indizi, sospetti, presentimenti vaghi; perdere ogni più vaga speranza; ho il vago sentore che le cose non vadano come dovrebbero; sono desideri e progetti molto vaghi; c’è una vaga somiglianza fra voi due.
3 (lett.) Voglioso, desideroso: essere vago di ragionare, di parlare; chi de la gloria è vago / sol di virtù sia pago (G. PARINI) | †Mal vago, V. malvago.
4 (fig., lett.) Che è amabile, bello, grazioso: le vaghe membra; viso, volto vago; odori, colori vaghi e dolcissimi | (lett.) Che desta desiderio o rimpianto, che ispira dolcezza, e sim.: la vaga giovinezza; vaghe memorie; vaghi sogni di fanciulla.
5 (anat.) Nervo vago, vago.
|| vagaménte, avv.
1 In modo vago, indeterminato: gli ho accennato alle tue richieste, per ora solo vagamente.
2 (lett.) Con grazia, con leggiadria: nelle cose da lui sì vagamente dipinte nel tempio della Salute (G. VASARI).
B s. m.
1 (solo sing.) Ciò che è incerto, indefinito, poco chiaro: cadere nel vago; tenersi nel, sul vago; rimanere nel vago; quella sfera del vago e del misterioso, dove regna la poesia (F. DE SANCTIS).
2 †Vaghezza, bellezza: il vago dei begli occhi.
3 (f. -a) (raro, lett.) Amato, innamorato.
4 (anat.) Decimo paio di nervi cranici che si distribuiscono, con funzioni motrici e sensitive, a numerosi organi del corpo.
|| vaghétto, dim. | vagùccio, dim.

vàgo (2) //
[dal lat. băca(m) ‘piccolo frutto tondo’ 1840]
s. m. (pl. -ghi)
(centr.) Chicco, grano di collana.