vélo //
[lat. vēlu(m), da avvicinare a vĕstis ‘veste’ 1266]
s. m.
I In senso proprio
1 Tessuto finissimo e trasparente, di cotone, seta o altra fibra: velo ricamato, crespo, fitto, rado; abito di velo | (est.) Drappo di tale tessuto, usato per scopi particolari nell’abbigliamento femminile: coprirsi il capo con un velo; un pesante velo le nascondeva il volto; velo islamico; sovra candido vel cinta d’uliva / donna m’apparve (DANTE Purg. XXX, 31-32) | Velo nuziale, da sposa, generalmente bianco e lungo, che scende sulle spalle | Velo da lutto, spec. un tempo, velo nero e molto fitto, che ricade dal cappello sul volto e sul capo | (est.) Striscia di tale tessuto, adibita a usi vari: abbrunare le bandiere con un velo nero | Velo omerale, nella liturgia cattolica, striscia di tessuto simile a un manto rettangolare con cui il sacerdote copre il petto e le mani nel portare l’ostensorio o la pisside | Velo del calice, manto dello stesso colore della pianeta che, nella liturgia cattolica, ricopre il calice.
2 Tenda, cortina e sim. che ricopre o cela qlco. | Velo della tenda, dell’Arca del tempio, del santo, presso gli antichi ebrei, la cortina che separava l’Arca dalla parte del luogo santo in cui era consentito l’accesso.
3 Drappo che le donne cattoliche pongono sulla testa, nell’entrare in chiesa e nell’assistere alle sacre funzioni, per indicare la loro sottomissione, e che le monache portano permanentemente, assumendolo in apposita cerimonia | Prendere il velo, monacarsi | Deporre, lasciare il velo, abbandonare lo stato monacale.
4 Tessuto di crine del setaccio, del buratto.
5 †Vela.
II In senso figurato
1 (est.) Strato leggerissimo su qlco.: un velo di nebbia, di fumo; un velo di zucchero; un velo di lacrime; velo di tinta, di colore; un velo di cipria, di rossetto; sulla strada si era formato un velo di ghiaccio | (fig.) Sfumatura, ombra, lieve espressione: nei suoi occhi c’era un velo di mestizia | Zucchero a velo, finissimo, per spolverare dolci, torte e sim.
2 (fig.) Ciò che copre, maschera o nasconde qlco.: avere sugli occhi il velo dell’ignoranza | Fare velo, impedire la conoscenza di qlco., la capacità di giudicare (V. anche sign. 8): il suo entusiasmo non gli fa velo; Tu t’inganni … il rancore ti fa velo (G. D’ANNUNZIO) | Stendere un velo pietoso, (fig.) non riportare tutti i particolari di un fatto o una situazione troppo scabrosi o dolorosi | Far cadere il velo dagli occhi, far perdere ogni illusione | Tirarsi il velo sugli occhi, non voler vedere | Senza veli, nell’autentica realtà: questa è la situazione, senza veli.
3 (lett.) Apparenza ingannevole: nascondere il malanimo sotto un velo di cortesia.
4 (poet.) †Corpo umano: il mortal velo.
5 Sottile involucro membranoso che avvolge qlco.: il velo della cipolla | (bot.) Membrana che spesso avvolge i giovani funghi e si riduce poi alla volva | Velo parziale, membrana che nei funghi collega il margine del cappello al gambo, attorno al quale a maturità rimane a formare un anello.
6 (chim.) Velo dicroico, velatura chimica di un’emulsione sensibile con macchie regolari e riflessi metallici.
7 (anat.) Organo o formazione membranosa | Velo del palato, velo palatino, palato molle. SIN. Velopendulo | Velo virginale, o (assol., pop.) velo, imene.
8 Nella pallacanestro, azione tattica di un giocatore che ostacola i movimenti di un difensore avversario, soprattutto in appoggio a un proprio compagno in possesso del pallone; analoga azione nel rugby, considerata fallosa | Nella pallavolo, disposizione assunta dai giocatori della prima linea, mentre il compagno esegue la battuta, onde impedire agli avversari di vedere in anticipo la traiettoria della palla | Far velo, nel calcio, ingannare gli avversari simulando un intervento sulla palla, che viene poi lasciata a un compagno in grado di portare a termine l’azione.
9 (raro) Superficie dell’acqua.
 SFUMATURE
velo – hijab – chador – khimar – niqab – burqa
Velo è voce italiana che identifica ogni indumento portato in pubblico da una donna per celare capo e spalle; essa viene quindi impiegata anche per designare genericamente qualsiasi tipo di copricapo dell’abbigliamento della donna islamica. La parola araba semanticamente più vicina al nostro velo è hijab. Il chador è una sorta di mantella chiusa sotto il mento, che copre il capo e le spalle lasciando scoperto il viso: è l’abito tradizionale delle donne iraniane, indossato nel rispetto dei dettami della religione islamica. Il khimar è una sorta di chador che scende a coprire tutto il busto, lasciando scoperto anch’esso solo l’ovale del viso. Un lungo copricapo che arriva fino alle spalle lasciando solo una fessura aperta per gli occhi è il niqab. Il burqa è invece una cappa che copre integralmente il capo o tutta la figura (burqa completo, per anni obbligatorio in Afghanistan) lasciando visibili solo gli occhi, dietro una reticella.