vestìgio //
[vc. dotta, lat. vestīgiu(m), da vestigāre ‘seguire le tracce di qualcuno’. V. investigare sec. XIII]
s. m. (pl. vestìgi, m., o vestìgia, f., vestìgie, f., vestìge, f.)
1 (lett.) Impronta del piede, orma, pedata: vestigia umane; seguendo le vestigia impresse, / rivolse il corso a la selva vicina (T. TASSO) | (fig., lett.) Esempio: seguire le vestigia di qlcu. | (est.) Piede: ove vestigio uman la rena stampi (F. PETRARCA).
2 (lett.) Traccia, indizio che permette di ritrovare, riconoscere e ricordare qlcu. o qlco.: le vestigia di un’antica civiltà, di un popolo scomparso; gli ultimi vestigi dell’antica fama, gloria, grandezza | (est.) Segno, resto: nei suoi occhi cerchiati, gli parve di scorgere vestigia di pianto (E. MORANTE).
3 (spec. al pl.) Rudere: le vestigia di Roma, di Persepoli | (lett.) Residuo, traccia: Alludo ai vestigi di doratura … nella statua di Marco Aurelio (G. CARDUCCI).
4 (spec. al pl.) †Veste, abito, armatura.
 SFUMATURE
vestigio – rudere – rovina
In usi letterari vestigio è l’orma, l’impronta, la traccia; ma l’impiego più significativo della parola è nel plurale vestigia, che definisce i resti materiali di civiltà del passato. Rudere ha un significato più specifico e circoscritto, definendo ciò che sopravvive, sia in piedi, sia crollato, di edifici, costruzioni, monumenti antichi o anche solo vecchi. Se un’area, un paesaggio sono contrassegnati dalla presenza di numerosi edifici, costruzioni crollate si hanno delle rovine.