legìttimo / leˈdʒittimo/
[vc. dotta, lat. legĭtimu(m), da lēx, genit. lēgis ‘legge’ col suff. di superl. -tĭmu(m): ‘vicinissimo, quasi identico, alla legge’ 1261 ca.]
agg.
1 Che è conforme alla legge o da essa consentito: matrimonio, atto legittimo; uso legittimo delle armi | figlio legittimo, concepito o generato da genitori uniti in regolare matrimonio | legittima difesa, causa di giustificazione del reato consistente in una reazione (purché proporzionata all’offesa ricevuta) al pericolo attuale di un’offesa ingiusta rivolta contro di sé o contro altri | legittimo sospetto, legittima suspicione, V. legitima suspicione | (est.) Che è tale per disposizione della legge: erede, successore legittimo.
2 (est.) Che risulta conforme alle consuetudini, alle regole prestabilite e sim.: si tratta di una legittima applicazione della norma; vocabolo, termine legittimo | Fondato, giustificato: aspirazione, aspettazione legittima; ipotesi legittima; dubbio legittimo | Comprensibile: sdegno legittimo.
3 (fam.) Genuino: vino, aceto legittimo.
4 (arald.) Detto di stemma composto secondo le regole del blasone.
|| legittimaménte, avv.
1 In modo legittimo.
2 (raro, lett.) Convenientemente.


legittimità / ledʒittimiˈta*/
[1605]
s. f. inv.
1 Caratteristica, condizione di ciò che è legittimo: legittimità di un atto, di un divieto | (est.) Fondatezza: la legittimità di una richiesta, di un dubbio, di un sospetto | (dir.) legittimità degli atti amministrativi, rispondenza dell’attività della pubblica amministrazione ai requisiti fissati dalla legge.
2 Conformità alla dottrina del legittimismo.