La parola di oggi è: pedante / pedanteria


pedànte / peˈdante/
[dal lat. pēs, genit. pĕdis ‘piede’, cioè ‘colui che accompagnava a piedi gli scolari’ (?) av. 1425]
A agg.
1 (spreg.) che cura eccessivamente il rispetto delle regole e della precisione formale: un professore pedante | (est.) che si preoccupa delle minuzie, che parla, scrive o lavora con esasperata minuziosità: un tono pedante pieno di tranquilla sufficienza (A. Moravia) SIN. cavilloso, pignolo
2 (spreg.) che imita servilmente i classici negli scritti e sim.: un verseggiatore pedante
|| pedanteménte, avv. in modo pedante
B s. m. e f.
1 (spreg.) chi è eccessivamente ligio alle regole grammaticali o alle norme che reggono un determinato lavoro
2 (spreg.) chi nello scrivere imita pedissequamente i classici: è un pedante del tutto privo di originalità
C s. m.
1 istitutore, pedagogo
2 (raro) pedanteria: cadere nel pedante
|| pedantàccio, pegg. | pedantèllo, dim. | pedantìno, dim. | pedantóne, accr. | (raro) pedantùccio, (lett.) pedantùzzo, dim.


pedanterìa / pedanteˈria/
[da pedante 1552]
s. f.
caratteristica di chi (o di ciò che) è pedante: la sua pedanteria è insopportabile; una pedanteria che soffoca | minuzia o sottigliezza da pedante: mi perseguita con le sue pedanterie SIN. cavillosità, pignoleria