La parola di oggi è: pregiudizio / stereotipo

Parole e violenza di genere. Continua il percorso della Parola del giorno dedicato al tema dei pregiudizi, delle discriminazioni e delle violenze contro le donne per individuare i termini più adatti a descrivere alcune loro forme.
 

pre–giu–di–zio
pregiudı̀zio 🔊 / predʒuˈdittsjo / o † pregiudı̀cio
[ vc. dotta, lat. praeiudĭciu(m), comp. di prae- ‘pre-’ e iudĭcium ‘giudizio’ av. 1276 ]

s. m.
1

❖ idea od opinione precostituita, anteriore alla diretta conoscenza di determinati fatti o persone, fondata su convinzioni tradizionali e comuni ai più: essere pieno di pregiudizi; avere pregiudizi verso, contro, nei confronti di qlcu. o di qlco.
Sin. preconcetto

❖ est. superstizione: vecchi pregiudizi popolari

2

❖ danno: recare pregiudizio a qlcu., a qlco.; essere di pregiudizio, di grave pregiudizio per la salute, l’onore; ciò avverrà con pregiudizio del tuo buon nome
Sin. detrimento

Sfumature:
pregiudizio – preconcetto – prevenzione
Un’idea o un’opinione errata, anteriore alla diretta conoscenza di determinati fatti o persone, fondata su convincimenti e luoghi comuni e non su un giudizio obiettivo e consapevole, si chiama pregiudizio. Il preconcetto, che pure è una persuasione che ci si forma su qualcosa o su qualcuno prima di conoscerli direttamente e che impedisce giudizi sereni, si distingue da pregiudizio perché basato non su opinioni correnti ma su valutazioni proprie. Prevenzione aggiunge al giudizio preventivo anche un’anticipata disposizione negativa nei confronti di una persona. Sfumature: credenza 1



ste–re–o–ti–po
stereòtipo 🔊 / stereˈɔtipo /
[ da stereotipia, con stereo- e tipo  1800 ]
Nota d’uso

A

agg.

❖ stereotipato
● 

edizione stereotipa, ristampa identica di un testo, eseguita sulla stereotipia


B

s. m.

1

❖ psicol. percezione o concetto relativamente rigido ed eccessivamente semplificato o distorto di un aspetto della realtà, in particolare di persone o di gruppi sociali

❖ est. luogo comune, cliché: ragionare per stereotipi

2

❖ ling. successione fissa e ripetuta di parole, che assume un significato lessicale globale e autonomo
Sin. frase fatta

Nota d’uso:
stereotipo
Si dicono ‘stereotipi linguistici’ quelle espressioni proverbiali o singole parole nelle quali si riflettono pregiudizi e opinioni, spesso negative, su gruppi sociali, professionali, etnici.
Facilmente identificabili come stereotipi sono quei brevi motti scherzosi che estendono una qualità a tutti i nativi di un luogo: bolognesi gran dottori; veneziani gran signori.
Anche riconoscibili sono gli stereotipi consistenti in nomi o aggettivi di forma scherzosa o spregiativa: azzeccagarbugli, paglietta o avvocaticchio per avvocato; polentone per (italiano) settentrionale e terrone per (italiano) meridionale; sbirro per agente di polizia.
Spesso lo stereotipo si nasconde, in modo a volte difficile da avvertire, in parole di valore descrittivo. Così, se diamo a qualcuno l’epiteto di contadino, per ‘maleducato’, o di gesuita, per ‘ipocrita’, con un sol colpo offendiamo il destinatario dell’epiteto e, implicitamente e senza alcuna ragione, intere categorie di persone. Antichi e immotivati pregiudizi etnici o razziali, prodottisi per le più varie vicende storiche, rischiano così di farci offendere, in modo implicito, intere popolazioni (si vedano le voci chietino, ebreo, giudeo, napoli, ottentotto, teutonico, zingaro, zulu).