risèrbo / riˈsɛrbo/ (o -ṣ-) o risèrvo
[da riserbare (2) 1438]
s. m.
1 Grande cautela, prudenza e riguardo nel manifestare i propri sentimenti, lo stato d’animo, le intenzioni, e sim.: agire con molto riserbo; Avreste dovuto almeno imporvi un po’ di riserbo (I. Svevo) | (est.) Riservatezza: il ministro ha mantenuto il massimo riserbo sull’esito dei colloqui | senza riserbo, senza riguardo.
2 Guardia, custodia.
3 Riserva, provvista.


riserbàre (1) / riserˈbare/ (o -ṣ-)
[comp. di ri- e serbare 1336 ca.]
v. tr. (io risèrbo)
Serbare nuovamente.


riservàre / riserˈvare/ (o -ṣ-) o (raro) riserbàre (2), reservàre
[vc. dotta, lat. reservāre, comp. di re- e servāre ‘conservare’. V. servare av. 1292]
A v. tr. (io risèrvo)
1 Tenere in serbo per determinate persone o in vista di precisi scopi: riserveremo questo libro per chi saprà apprezzarlo; abbiamo riservato per la conclusione gli argomenti più convincenti | Prenotare: ti abbiamo riservato un posto in prima fila.
2 Destinare: ci hanno riservato un ottimo trattamento; non si può prevedere che cosa ci riserva il futuro.
3 Conservare: né dei passati piaceri riserva altro che una tenace memoria (B. Castiglione).
B riservàrsi v. tr. pron. (aus. essere)
Destinare, tenere esclusivamente per sé (+ di seguito da inf.): riservarsi un diritto, una decisione; il fondatore si riservava il giuspatronato (L.A. Muratori) | Attribuirsi la facoltà di fare qlco. in seguito (+ di seguito da inf.): mi riservo di rispondere in seguito, di decidere entro una settimana.
C riservàrsi v. rifl.
Trattenersi.