scàpolo / ˈskapolo/
[da scapolare (3) av. 1449]
A agg.
Libero da soggezione, vincolo, dovere: scapolo e libero dall’altre stelle (G. Galilei).
B agg. e s. m.
Che (o Chi) non è ammogliato: uomo scapolo; vita da scapolo; è uno scapolo impenitente; un vecchio scapolo. SIN. celibe.
|| scapolóne, accr. (V.).
C s. m.
1 Chi militava su navi e galee libero da catena.
2 Pietra grezza, a forma irregolare, usata nelle costruzioni.


scapolàre (1) / skapoˈlare/
[1922]
agg.
(anat.) Della scapola | cingolo scapolare, complesso delle formazioni ossee che uniscono l’arto superiore al torace.


scapolàre (2) / skapoˈlare/ o scapulàre
[vc. dotta, dal lat. tardo scapulāre ‘scapolare’, agg. nt. sost. da scăpula ‘scapola’ 1353]
s. m.
Parte dell’abito monastico, striscia di stoffa con apertura per la testa, pendente sul petto e sul dorso | Distintivo dei terziari carmelitani e di altre confraternite, consistente in due piccoli pezzi di stoffa con immagine sacra riuniti da nastri che poggiano sulle spalle | Sopravveste senza maniche per religiosi.


scapolàre (3) / skapoˈlare/
[lat. parl. *excapulāre ‘disbrigarsi’, comp. di ĕx (s-) e di căpulus ‘cappio’. V. cappio sec. XIII]
A v. tr. (io scàpolo)
1 (mar.) Passare oltre un ostacolo, fisso o mobile, a poca distanza o con qualche difficoltà.
2 (fig., fam.) Sfuggire, evitare una situazione difficile, pericolosa, indesiderata: il passo più rischioso è scapolato (R. Bacchelli) | scapolarla, scamparla, cavarsela: in quel giorno l’avea scapolata bella (I. Nievo) | Anche nella forma pron. (con valore intens.) scapolarsela, svignarsela.
3 Mettere in libertà, far fuggire.
B v. intr. (aus. essere)
(fam.) Sottrarsi a una situazione difficile, pericolosa o indesiderata: scapolare da un pericolo, da un impegno insostenibile.


scapolóne / skapoˈlone/
[1931]
s. m. (f. scherz. -a)
1 Accr. di scapolo nel sign. B.
2 (fam., scherz.) Uomo non più giovane rimasto scapolo: uno scapolone impenitente.