ùggia / ˈuddʒa/
[etim. incerta sec. XIII]
s. f. (pl. -ge)
1 (raro) Ombra degli alberi che danneggia le piante sottostanti: lo zafferano cresce anche all’uggia | (est., lett.) Ombra: uggia grata nei calori estivi.
2 (fig.) Senso di noia accompagnato da una vaga inquietudine: giornata grigia che dà uggia; venne giù un’acquerugiola fine, che metteva l’uggia addosso (C. Cassola) | Fastidio, molestia: che uggia! | avere qlcu., qlco. in uggia, trovarlo molesto, antipatico e sim. | venire in uggia a qlcu., diventare molesto, antipatico, insopportabile | (est.) Cosa o persona molesta.
|| uggiarèlla, dim. | uggiolìna, dim. (V.).
SFUMATURE noia.


nòia / ˈnɔja/
[provenz. (e)noja, da enojar ‘annoiare’ sec. XII]
s. f.
1 Senso di fastidio e di insoddisfazione dovuto all’inattività, alla mancanza d’interesse o alla ripetizione monotona delle stesse azioni: essere sommerso dalla noia; ripetere qlco. fino alla noia; morire di noia; vincere la noia | avere a noia, considerare molto fastidioso | venire a noia, diventare insopportabile. SIN. tedio, uggia.
2 Molestia, disgusto, senso di avversione: il vino gli dà noia | Seccatura, fastidio, guaio: ha avuto delle noie con i vicini; avere delle noie con la legge, la giustizia; la macchina ha qualche noia al motore; le noie del lavoro non erano poche (I. Svevo).
3 Chi (o Ciò che) dà noia: il suo amico è una vera noia; che noia quel film!
4 (lett.) Dolore, pena, angoscia: Don Abbondio fece di tutto per nascondere la noia, che dico? l’affanno e l’amaritudine (A. Manzoni).
 SFUMATURE
noia – tedio – uggia
Noia è un senso di insoddisfazione dovuto all’inattività, alla mancanza di interesse o alla ripetizione delle stesse azioni. Una noia particolarmente profonda e opprimente si definisce tedio. Se invece la noia si mischia a irritazione e tristezza, termine appropriato, seppure di uso letterario, è uggia.
SFUMATURE incomodo (2).