vagare
La parola di oggi è: vagare
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♦vagàre 🔊 / vaˈɡare /
[ vc. dotta, lat. vagāre (più comunemente vagāri), da văgus ‘vago’ ☼ av. 1311 ]
v. intr. (io vàgo, tu vàghi; aus. avere, † essere)
❖ andare da luogo a luogo, qua e là, senza direzione certa, senza itinerari o piani prestabiliti e sim.:
andar vagando per il mondo; vagare senza meta per la città, nei campi, fra la gente; vagò a lungo in preda all’angoscia; le nubi vagano, sospinte dal vento
❖ fig. vagabondare, passare da un pensiero o da un sentimento all’altro:
vagare con la mente, il pensiero, la fantasia; il suo discorso vagava da un argomento all’altro; l’uomo vaga d’affetto in affetto
Sin. divagare, girovagare Contr. soffermarsi
❖ spostarsi, muoversi da un luogo all’altro cercando qualcosa di ben definito:
le api vagano di fiore in fiore per raccogliere il polline; il lupo vagava per la foresta, in cerca di preda
Contr. sostare
❖ † uscire dal tema, divagare
v. tr.
Vagare significa spostarsi da un posto all’altro, andare qua e là senza una meta o uno scopo preciso. Errare, di tono più elevato, è il vagare senza sapere dove andare. Vagabondare significa propriamente vivere da vagabondo, cioè come chi non ha una dimora fissa e si sposta qua e là; per estensione il verbo indica l’andare in giro senza itinerari prefissati, per divertimento o distrazione.