ẓoom / *dzum, ingl. zuːm/
[dal n. dell'obiettivo a focale variabile Zoomak, costruito nel 1948 dalla ditta Zoomar, derivante a sua volta da (to) zoom, usato prima come v. onomat. con il sign. di ‘ronzare’ e poi, in aeronautica militare, con il sign. di ‘impennarsi in volo’ 1962]
s. m. inv.
obiettivo la cui distanza focale può essere variata con continuità entro limiti piuttosto ampi, per poter variare il campo inquadrato senza variare la messa a fuoco; usato per riprese fotografiche e, spec., cinematografiche e televisive | (est.) uso di tale obiettivo


ẓumàre / *dzuˈmare/ o ẓoomàre / *dzuˈmare/
[adattamento dell'ingl. zoom (V.) 1963]
A v. intr. (aus. avere)
(cinema, tv) avvicinare rapidamente la macchina cinematografica o la telecamera al soggetto e poi allontanarla
B v. tr.
(cinema, tv) variare la scala di riproduzione e la distanza apparente del soggetto, senza spostare la macchina cinematografica o la telecamera, variando la distanza focale di uno zoom