Negli ultimi anni molti titoli alla maturità hanno riguardato direttamente il complesso e sfaccettato mondo dei giovani con tracce che hanno cercato di esplorare le aspettative, i gusti, le speranze, il senso di una crisi di prospettive nell’epoca delle passioni tristi. Ora, quali sono i generi letterari che affrontano direttamente il mondo giovanile e che potrebbero essere impiegati come riferimenti contestuali in un tema d’italiano?

 

Maturità 2009 – Tipologia B
Origine e sviluppi della cultura giovanile.

 

Maturità 2012 – Tipologia B
I giovani e la crisi.

 

Maturità 2012 – Tipologia D
«Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita» (Paul Nizan, Aden Arabia, 1931).
Il candidato rifletta sulla dichiarazione di Nizan e discuta problemi, sfide e sogni delle nuove generazioni

 

 

Per la sua natura di specchio dell’adolescenza e dei suoi conflitti, c’è un genere narrativo che attraverso la propria struttura racconta la stessa ragion d’essere del mondo dei giovani, e questo genere è il “romanzo di formazione”.

Nelle tracce che abbiamo sopra indicato, e specialmente in quella che riporta la citazione di Paul Nizan, il Bildungsroman come riferimento, confronto e sostegno alla propria argomentazione è probabilmente la veste narrativa più adatta a rappresentare il divenire adulti e a mettere in forma le questioni chiave dell’adolescenza. Il romanzo di formazione possiede cioè una capacità di filtrare e leggere le sfumature della crescita interiore che arriva direttamente al cuore del problema: la conflittualità, la crescita, gli amori, la scuola e l’istruzione come scenario tragicomico dell’incomprensione; e poi ancora le ansie, i sensi di colpa, gli interrogativi di fondo di un’esistenza in fieri, il coinvolgimento politico, il desiderio di partecipare alla storia e di essere protagonisti pur tra tutte le contraddizioni di questa stagione della vita.

Ogni epoca – potremmo dire – ha avuto i suoi romanzi di formazione prediletti: nell’Ottocento hanno prevalso quelli in cui il giovane scopriva la partecipazione alle trasformazioni della storia e della società (Goethe, Nievo, Stendhal), oppure quelli in cui si definiva una nuova educazione sentimentale e una diversa costruzione del proprio mondo affettivo (Flaubert, Charlotte Brontë, Louisa M. Alcott). Poi ci sono stati i grandi esempi della fine del secolo e del primo Novecento – da Oscar Wilde a Robert Musil, da Thomas Mann a James Joyce – in cui sono esplose tutte le contraddizioni dell’adolescenza e della giovinezza, a lungo mitizzate come un mondo ideale e ora riscoperte invece come stagioni del disorientamento, della crisi, della divaricazione tra la realtà degli adulti e quella delle nuove generazioni.

Il secondo dopoguerra si aprì con The catcher in the rye di Salinger e con On the road di Jack Kerouac, entrambi veri e propri cult-book del romanzo di formazione: la protesta divenne contestazione e quei libri rappresentarono un manifesto della cultura giovanile, una dichiarazione di guerra nei confronti del perbenismo e dell’ipocrisia della società americana. Il giovane Holden – questo è il titolo del romanzo di Salinger nella traduzione italiana – ha dato vita a una serie di imitazioni anche sotto il profilo del linguaggio (come nel caso del libro d’esordio di Enrico Brizzi Jack Frusciante è uscito dal gruppo) mettendo in evidenza proprio un aspetto tipico della cultura giovanile: la scelta di uno slang, di un codice linguistico fortemente connotato in senso alternativo rispetto alla norma linguistica.

Dunque il romanzo di formazione parla di giovani e ai giovani: rispecchia e rappresenta la crescita nel momento in cui si prende coscienza del cambiamento, dei fili interrotti, delle amicizie, delle fratture che compongono il mondo interiore dell’adolescente (L’amico ritrovato di Fred Uhlman; Due di due di Andrea De Carlo; La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano; Acciaio di Silvia Avallone).

In questo modo si esce dall’adolescenza e si acquista la consapevolezza che, sebbene le cose non siano cambiate, siamo cambiati noi stessi.