Caro Beppe e caro Italians, stamattina sono andata in ospedale per un accertamento. Nella sala d’attesa le pareti erano tappezzate di avvisi che, più che funzione informativa, secondo me avevano lo scopo di intrattenere i pazienti che aspettavano il proprio turno.

Tra i tanti che ho letto, che informavano sulle cose più disparate, ce n’è stato uno che mi ha colpito più di tutti, che riguardava il mancato ritiro dei referti.

Per timore di dimenticare qualcosa, ho fotografato la fine di questo lungo avviso che, testualmente, recitava: “Elasso infruttuosamente tale termine di 15 gg. ed appalesandosi l’inerzia del cittadino-utente l’Azienda Ospedaliera provvederà al recupero mediante azione esecutiva”. Detto in soldoni “Se non pagate sono cavoli!”.

Pur comprendendone il significato […] mi chiedo: è mai possibile che un avviso così importante, rivolto ad una utenza eterogenea, composta talvolta da persone con istruzione non elevata e da stranieri, non la si riesca a scrivere in un italiano meno osticamente “legalese”? In Italia ci sono in funzione ancora troppi U.C.A.S : Uffici Complicazioni Affari Semplici!

 

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È quanto scrive una lettrice (22 settembre 2012) a Beppe Servergnini, qui in veste di titolare di un fortunatissimo blog. La nostra brava lettrice conosce il significato di elasso, ma ben pochi si potrebbero dire altrettanto competenti. Sono anzi moltissimi, solo a fare una rapida ricognizione in rete, i navigatori virtuali che chiedono lumi a tizio o caio su questa misteriosa parola. Come Peppe:

 

Un lettera di un avvocato giunta in ufficio, riportava la seguente frase:
‘elasso tale termine’: potreste gentilmente spiegarmi da dove deriva elasso? Io l’infinito di questo verbo non sono riuscito a trovarlo.

Grazie,

Peppe

 

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Siamo chiaramente di fronte a un participio. Un participio, peraltro, che combinato con l’infruttuosamente ospedaliero iniziale piace assai. Agli amministratori del comune di Torre del Greco (NA), per es., testimone una pur vecchiotta delibera (13 dicembre 1998):

 

Il richiedente dovrà presentare le integrazioni richieste dall’Ufficio entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione. Elasso infruttuosamente il termine assegnato la richiesta verrà archiviata  con  esito  negativo  e  di  tanto  sarà  data  comunicazione  all’interessato  con raccomandata AR

 

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Temporalmente più vicino a noi (19 ottobre 2011) il decreto dirigenziale della regione Campania – tanto per rimanere in zona – da cui ho estratto questo passo:

 

occorre assegnare al Comune di Castellabate (SA) gg. 60 (giorni sessanta), decorrenti dalla data di notifica del presente provvedimento, per il pagamento dell’importo di €4.258,40, mediante versamento, in favore della Regione Campania (C.F.80011990639), sul c/c bancario – acceso presso “Banco di Napoli S.p.A.” – Tesoreria Regionale – via Forno Vecchio 36 – 80134 Napoli – avente il seguente codice IBAN: IT40I0101003593000040000005 e riportante la seguente causale “restituzione fondi L.135/a5/c5 – A.G.C. 13 Sett. 02”, con espressa avvertenza che, nell’ipotesi venga elasso infruttuosamente tale termine, si provvederà al recupero della sorta capitale maggiorata degli interessi legali e delle spese giudiziali – con riserva di ogni ulteriore azione e diritto – dandone formale mandato all’Avvocatura Regionale di procedere in danno del Comune di Castellabate (SA)

 

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Elasso, accolto anche da Andrea Camilleri, è un brutto tecnicismo “collaterale” – e perciò doppiamente inutile – in uso presso i giuristi e i burocrati. Deriva dal lat. elapsus, participio perfetto di elabi (‘cadere, sdrucciolare’ e, figurativamente, ‘scivolare via, dileguarsi, fuggire’), ed è legato etimologicamente al molto più familiare prolasso (letteralmente uno ‘scivolamento in avanti’ e, dunque, una ‘fuoriuscita’).

Costa davvero molto sostituirlo con trascorso, passato o scaduto?

 

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