Gentilissimo Professore,

la sua domanda sull’uso della punteggiatura nelle ore esula dalle mie competenze (che sono prevalentemente linguistiche o lessicali).

In fisica si misurano gli intervalli di tempo in giorni, ore, minuti secondi. Si usano le seguenti abbreviazioni: d (dies) per giorno, h (hora) per ora, m per minuti e s per secondi.

Perciò si scrive che la durata del giorno sidereo è di 23 h 56 m 4 s; l’anno sidereo è di 365 d 6 h 9 m 9 s.

Ovviamente si tratta di una notazione non molto adatta alla vita quotidiana: “Per favore quanto durerà il volo?” “2 h 10 m Signore”. Per scrivere o indicare un orario è molto più semplice rispondere “2 ore e 10”.

Perciò è nato l’uso di abbreviare la notazione e di separare variamente le ore dai minuti con un simbolo di punteggiatura.

Per esempio il sito http://www.oraesatta.co/ in questo momento indica l’ora 11:21:18, il monitor del pc indica in basso a destra 11.21. I siti del Corsera e di Repubblica usano 11.21. Il mio telefonino dice che sono le 11:21. La Stampa alterna punto e due punti. Tutti casi differenti di punteggiatura per le ore.

Personalmente consiglierei:

1) senz’altro di evitare l’uso della virgola come separatore fra ore e minuti: fa pensare che quanto segue sia una frazione decimale e perciò chi legge che un film dura 2,50 ore non sa se siano due ore e mezza oppure due ore e 50 minuti.

2) fra punto e due punti preferirei usare i due punti: “il treno arriverà alle 2:50” meglio di “il treno arriverà alle 2.50”.

Con i miei migliori saluti,

Lorenzo Enriques