Caro Professore, qualche tempo fa tra le Parole del Giorno è stata segnalata ‘stuolo’: è meglio utilizzabile nello scritto o nel parlato?

Grazie della risposta,

Donatella

 

Gentile signora Donatella, stuolo è parola antica ma sempre viva e – a mio parere – elegante; sia nello scritto che nel parlato. Le cito alcune occorrenze tratte dal nostro corpus di opere letterarie e articoli di giornali:

Quel che fé poi ch’elli uscì di Ravenna e saltò Rubicon, fu di tal volo, che nol seguiteria lingua né penna. Inver’ la Spagna rivolse lo stuolo, poi ver’ Durazzo, e Farsalia percosse sì ch’al Nil caldo si sentì del duolo. (Dante, Divina Commedia – Paradiso XIV)

 

Lo scudo imbraccia, e qua e là si lancia,ma l’inimico stuolo è troppo grosso: l’un quinci il punge, e l’altro quindi afferra: egli s’arrosta, e fa lor aspra guerra. (Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, Canto 5)

 

… il nobile dovizioso e violento, con intorno uno stuolo di bravi,… (Alessandro Manzoni, Promessi Sposi, Cap. 1)

 

Nel mese di settembre la fortezza di Pescara fu evacuata; le milizie borboniche si sbandarono, gittando armi e bagagli nelle acque del fiume; stuoli di cittadini corsero le vie con liberali acclamazioni di gioia. Anna, come seppe che l’abate Cennamele era fuggito precipitosamente, pensò che i nemici della Chiesa di Dio avessero ottenuto il trionfo; e n’ebbe molto dolore. (Gabriele D’Annunzio, Novelle della Pescara)

 

La guerra fredda e’ stata vinta superando la prova dei missili a Cuba, o con lo spiegamento dei missili a Comiso; ma anche grazie al contagioso idealismo kennediano della “new frontier”; grazie alla creazione della “sozialmarktwirtschaft” europea; grazie allo stuolo di premi Nobel occidentali; grazie alla costruzione del nostro grande mercato transnazionale. (Arrigo Levi, Corsera, 1992)

 

… rilascia un’intervista spot al Daily Telegraph col duplice scopo di lusingare l’eros di casalinghe vogliose ed insoddisfatte, trasformandole cosi’ in future lettrici, e di offrire ad uno stuolo di potenziali scrittori l’opportunita’ di spiare nelle loro alcove mentali, per costringerli a cimentarsi con tutte le dirty performances che titillano la loro fantasia repressa. Basta applicare le tre regole d’oro: «Cercare uno sfondo talmente hard che mandi in tilt persino l’immaginazione piu’ fertile; basarsi su un intreccio che non sia soltanto un vademecum della copula; fornire sesso in abbondanza, ma super dettagliato, certosino, da ornitologi , perche’ fare all’amore piace a tutti, ma a tutti piace leggerlo per imparare nuove lascivie». Dopodiche’ Peter Darvill Evans scende dal suo personalissimo Sinai ed annuncia al mondo le successive tavole dell’amore stampato: «Tutti i termini clinici e del linguaggio parlato, pur se volgari o brutali, sono ammessi per descrivere organi e relativi usi. (Piero Soria, La Stampa, 1992)

Con i miei migliori saluti,

Il Professore