Com’è fatto il dubbio
Gli ideogrammi – kanji in lingua autoctona – rappresentano il nucleo espressivo della lingua nipponica scritta: si tratta di caratteri di origine cinese che esprimono idee o concetti concreti o astratti, nonché nomi comuni o propri. Ogni ideogramma può essere scritto partendo da un minimo di un tratto a un massimo di trentatré tratti che, combinati insieme permettono la realizzazione di tutti i caratteri.
Tradurre il termine kanji 漢字 – letteralmente ‘caratteri cinesi’ – con ‘ideogramma’ (simbolo di un’idea), può, a volte, rivelarsi riduttivo. In alcuni casi si tratta infatti di segni che nascono dalla stilizzazione di oggetti concreti o da abbreviazioni convenzionali generatesi nell’arco di vari secoli.
L’elemento ideografico, di conseguenza, può essere ‘letto’ utilizzandone la pronuncia, analizzandone e scomponendone la forma e combinando insieme i vari significati che veicola: si tratta, senza dubbio, di un vasto ventaglio di interpretazioni, di immagini mentali e sensoriali. Alle volte, quindi, per favorire la memorizzazione di un vocabolo o la sua prassi di scrittura, può rivelarsi utile e divertente raccontarsi storie come questa.
In giapponese il termine dubbio si pronuncia ‘gimon’ e lo si scrive con i seguenti ideogrammi 疑問. Né il termine ‘gimon’, né l’aspetto grafico che di per sé incarnano i due kanji di origine cinese sono in grado di veicolare quel tipo di stupore che nasce, invece, quando si tenta di analizzare più a fondo ogni elemento grafico nei suoi singoli componenti.
Iniziando dal primo ideogramma 疑 che già singolarmente significa ‘dubbio, sospetto’, notiamo che, come ci racconta il dizionario etimologico dei kanji, è composto in realtà da quattro elementi:
ヒ (in alto a sinistra) è la semplificazione grafica di una persona seduta a terra con le gambe allungate in avanti
矢 (in basso a sinistra) rappresenta una freccia
マ (in alto a destra) rappresenta una persona china in avanti
疋 (in basso a destra) un ginocchio piegato verso il piede che indica l’atto del ‘camminare’
Riassumendo: una persona che stava camminando e che viene colpita da una freccia: rimane il dubbio se la persona sia caduta o meno e quindi indica il significato di DUBBIO.
Il secondo kanji 問, da solo, assume il significato di ‘domanda, domandare’ e anche in questo caso il carattere può essere scomposto in due elementi:
門 un cancello con due ante chiuse per cui non si può sapere, capire cosa c’è dentro
口 una bocca: per capire cosa c’è dietro il cancello, si chiede (con la bocca), da dietro le porte chiuse.
Insomma, il ‘dubbio’ è vago e necessita di domande e chiarimenti per essere fugato.
L’immagine è di The Sprout.