Milanese purosangue, Ornella Vanoni (1934) si avvicina al mondo dello spettacolo nel ’53 quando si iscrive alla Scuola d’Arte Drammatica del Piccolo Teatro. Dopo alcune esperienze come attrice, incide nel ’61 il suo primo 45 giri per la Ricordi, casa discografica che raggruppa tutta la nuova generazione dei cantautori: lega in particolare con Gino Paoli, con il quale intreccerà spesso il cammino artistico e privato nel corso della carriera. Non perde di vista l’attività teatrale, cui affianca anche qualche contatto con il cinema, ma nello stesso anno esce anche il primo album con una delle canzoni più famose che Paoli scrive e le affida, Senza fine. Gli impegni, la produzione sono intensissimi e tra le competizioni cui partecipa spicca la vittoria al Festival di Napoli nel ’64, in coppia con Domenico Modugno (Tu si’ ‘na cosa grande), mentre a Sanremo azzecca un paio di canzoni fortunate e di classe, La musica è finita e Casa bianca. Ornella è una vedette e la sua voce risulta originale, anche se contagiata talvolta da un birignao gradito non da tutti: i ripetuti ingressi in classifica, la popolarità di massa e uscite discografiche a raffica sono il segno di una condizione professionale in continua crescita. Nella grande mole non tutto risulta fondamentale e non potrebbe essere diversamente. In fondo è una delle poche artiste femminili italiane ad aver cominciato negli anni 60, riuscita a mantenere un rapporto costante con il pubblico, tra uscite discografiche e relative tournée. Numerose sono anche le sue partecipazioni al Festival di Sanremo: comincia con Abbracciami forte, secondo posto nel 1965, l’anno dopo canta Io ti darò di più, quindi La musica è finita nel 1967 e Casa bianca nel 1968 e due anni dopo Eternità. Si salta all’edizione 1989 con Io come farò e dieci anni più tardi con Alberi. Nel 2011 esce per Mondadori ‘Una bellissima ragazza – La mia vita’, ricordi e autobiografia scritti insieme a Giancarlo Dotto. Il 2013 inizia con la presentazione del film documentario a lei dedicato ‘Ornella Vanoni. Ricetta di donna’ di Alexandra Della Porta Rodiani.

 

Sheherazade
CGD, 1995 – ★★★★★

«A 61 anni cantare impedisce di morire», dice la Vanoni presentando alla stampa questo album, non a caso intitolato alla celebre fanciulla orientale che si salva la vita raccontando fiabe a un sultano. In realtà, il disco è un viaggio sentimentale nel mondo femminile, tra sogno, realtà, amore, solitudine, eros e con personaggi come Lancillotto, il pirata Morgan, Bruce Springsteen. Il tutto con la mediazione di autori come Mussapi, Avogadro, Lavezzi, Grazia Di Michele, e con la tromba interiorizzata del jazzista Paolo Fresu.

 

Canzone: Sheherazade

Le fiabe che tu volevi da me
anche se le inventerò
non te le darò più