Nell’azienda dove lavoro abbiamo diversi dubbi a proposito dell’uso dei titoli e delle loro abbreviazioni nella corrispondenza formale. Come vanno abbreviati correttamente? Quando si usa la maiuscola e quando, invece, vanno scritti senza?
Nella speranza che potrete dirimere la questione, vi saluto.
Gabriella

 

Gentile Gabriella,
il Manuale di stile di Roberto Lesina da noi pubblicato (un volume che dovrebbe esser presente in ogni ufficio) ben chiarisce che i titoli vanno scritti con la minuscola quando sono accompagnati dal cognome, con la maiuscola altrimenti. Si scriverà pertanto:

Gentile signor Rossi
Caro principe Corsini
Egregio avvocato Agnelli
Illustre professor Eco
Magnifico rettore Calzolari

e anche:

ho visto il signor Rossi, il principe Corsini ci terrebbe a essere invitato da noi, l’avvocato Agnelli mi ha chiesto un altro prestito, il professor Eco vorrebbe che scrivessi la prefazione a un suo libro, il rettore Calzolari mi cerca continuamente.

ma:

Egregio Signore
Caro Principe
Egregio Avvocato
Illustre Professore
Magnifico Rettore

e anche:

È passato il Principe, ho visto l’Avvocato, mi ha telefonato il Professore, ho un incontro con il Rettore.

A mio parere la regola si applica anche ai titoli abbreviati (anche se non è certo errato lasciare in questi casi la maiuscola):

Gentile sig. Rossi
Egregio avv. Agnelli
Illustre prof. Eco
(non abbrevierei ‘principe’ e ‘rettore’)

Ma perché usare le abbreviazioni? È molto più elegante, soprattutto nell’esordio di una lettera, non abbreviare. Così come – a mio parere – è meglio non usare nella corripondenza aziendale formule stereotipe.
Non perciò:

Egregio Dott. Rossi,
riscontriamo la Vs. pregiata del ….
….
Distinti saluti

Ma:

Gentile dottor Rossi,
rispondo alla Sua lettera del …
….
Con i miei migliori saluti (O ‘La prego di gradire i miei migliori saluti’; ‘colgo l’occasione per inviarLe i miei migliori saluti’)

E – appunto – le invio i miei migliori saluti.
Lorenzo Enriques

PS Fa molto bene a porsi questi problemi, solo apparentemente secondari: allora le raccomando anche ‘nella speranza che possiate’ invece che ‘nella speranza che potrete’.