ràncido //
[vc. dotta, lat. răncidu(m) ‘fetido, putrefatto’, da rancēre ‘essere rancido, guasto’, di etim. incerta 1340]
A agg.
1 Di olio, burro o altre sostanze grasse che, per un processo di ossidazione, assumono un sapore sgradevole di stantio: salumi rancidi. SIN. Corrotto, guasto, putrefatto.
2 (fig.) Vecchio, antiquato, sorpassato: idee rancide.
B s. m.
Il sapore e l’odore delle sostanze irrancidite: prendere il rancido.
|| rancidétto, dim.

rancidùme //
[av. 1673]
s. m.
1 Puzzo di rancido | Sostanza o cibo rancido.
2 (fig., lett.) Ciò che è superato, antiquato. SIN. Vecchiume.

rancidézza //
[1340]
s. f.
La caratteristica di ciò che è rancido o (lett., fig.) di ciò che è sorpassato, fuori moda.

irrancidìre //
[comp. di in- (1) e rancido av. 1758]
v. intr. (io irrancidìsco, tu irrancidìsci; aus. essere)
Diventare guasto, rancido, stantio: i grassi irrancidiscono facilmente | (fig., raro) Diventare antiquato, sorpassato: istituzioni che irrancidiscono.