I tre canti dell’Astolfeida furono stampati anonimamente nel 1548, e dedicati a Pasquino e Marforio, le due statue parlanti romane intorno alle quali era sorta la tradizione delle pasquinate. Si tratta di un altro tentativo malriuscito e ben presto interrotto di dar vita a una parodia del poema cavalleresco. L’Aretino, non riuscendo a creare avventure originali, rimastica personaggi e storie di Boiardo e Ariosto, dando luogo a bizzarre invenzioni attraverso le quali intenderebbe far passare spunti di satira sociale e di costume.

Testo di riferimento: P. Aretino, Poemi cavallereschi, a cura di D. Romei, Roma, Salerno Editrice, 1995. I Poemi cavallereschi di Pietro Aretino