Cesare Beccaria, filosofo economista e giurista milanese, nonno di Alessandro Manzoni, vissuto tra il 1738 e il 1794, pubblicò a Livorno nel 1764 Dei delitti e delle pene, trattatello etico-giuridico la cui edizione definitiva del 1766 fu subito messa all’Indice. L’opera, nata all’interno del gruppo illuminista lombardo, in collaborazione con Pietro Verri, mostra chiaramente l’influsso della cultura francese, di cui adotta la filantropia, l’utilitarismo e la sensibilità per la condizione umana. Beccaria, propugnando con logica stringente e commossa eloquenza l’abolizione della tortura e della pena di morte, aspira alla costruzione di una società tollerante e umanitaria, conseguenza di un’ azione riformatrice, morale e sociale, da parte di sovrani illuminati.

Testo di riferimento: C. Beccaria, Dei delitti e delle pene, a cura di G. Armani, Milano, Garzanti, 1987.