Il film di oggi è: I miserabili

Questa sera, su Rai4 ore 21:20Il Morandini consiglia: 
 
I miserabili (8)Les Misérables [10]Fr. 2019GENERE: Dramm. DURATA: 104′ VISIONE CONSIGLIATA: GCRITICA: 4 PUBBLICO: 3REGIA: Ladj LyATTORI: Damien Bonnard, Jeanne Balibar, Alexis Manenti, Djebril Zonga, Issa Perica, Steve Tientcheu, Almamy Kanouté
2 introduzioni con immagini di repertorio: le strade di Parigi ribollono di tifosi che sbandierano il tricolore perché la Nazionale di calcio ha vinto la Coppa del Mondo (la Francia che il regista vorrebbe vedere non solo per le vittorie sportive); le sommosse esplosive del 2005 nelle banlieue (l’attualità della Francia). Nello stesso quartiere Montfermeil (zona est di Parigi) toccato dalle vicende del romanzo di Victor Hugo (e dove è nato il regista), in cui ora convivono circa 30 etnie diverse, una pattuglia della polizia, di cui fa parte un nuovo agente, Ruiz, viene ripresa con un drone da un ragazzino durante l’arresto di un ladruncolo, quando a uno di loro parte un colpo di flashball che ferisce un bambino. Da una parte ci sono 2 poliziotti – “C’est moi, la loi!”, disposti a tutto pur di recuperare il video – e il nuovo arrivato, il solo (pre)disposto al dialogo; dall’altra un gruppo di ragazzini che fa scudo per difendere uno di loro. Le autorità laiche della comunità non riescono a contenere la “rivoluzione” degli adolescenti. Il documentarista Ladj Ly, al suo primo LM, cita Hugo (“non esistono erbe o uomini cattivi ma solo cattivi coltivatori”), non sale in cattedra e non fa distinzioni di razza. Il suo cinema cattura ogni angolo del quartiere con autenticità espressiva, usando di volta in volta i punti di vista dei poliziotti, dei boss di quartiere, dei ragazzi. Scritto con Giordano Gederlini e Alexis Manenti, mette magistralmente in scena una tensione complessa e brutale, descrive le contraddizioni e la spirale di violenza che nascono da una rabbia mai soppressa, ma trattenuta. Qui si può azzardare un paragone con Kassovitz, la rabbia dei giovani è allora figlia di quell’Odio. Premio della Giuria a Cannes. Premio Goya Miglior Film Europeo. In conferenza stampa il regista ha detto “Mi rivolgo al presidente Macron: vada a vedere il nostro film, perché è un avvertimento del pericolo di violenza assoluta in cui versa la Francia, il vaso è quasi colmo e l’impressione è che nessuno ci stia ascoltando”.